2023 / Il Luca di Gubbio. Una mostra del Centro Teatrale Santacristina
IL LUCA DI GUBBIO
15 ottobre 2023-30 aprile 2024
Teatro Comunale “Luca Ronconi” di Gubbio (PG)
Una mostra del Centro Teatrale Santacristina
A cura di Lisa Capaccioli e Oliviero Ponte di Pino
Progetto scenografico di Margherita Palli con Matilde Casadei
In collaborazione con ASAC – Biennale di Venezia, Comune di Gubbio, Teatro Comunale di Gubbio “Luca Ronconi”, nell’ambito di IMAGINA, sezione Biennale Extra di Gubbio
Luca Ronconi ha avuto un rapporto davvero speciale con l’Umbria, e in particolare con Gubbio e il suo territorio. La mostra Il Luca di Gubbio sintetizza l’incontro di un protagonista della cultura contemporanea con un luogo in apparenza appartato ma libero, che grazie alla sua generosità – prima di tutto nei confronti dei giovani – è diventato uno spazio di sperimentazione e di creatività, in dialogo con altre grandi istituzioni culturali.
Realizzata dal Centro Teatrale Santacristina e curata da Lisa Capaccioli e Oliviero Ponte di Pino, grazie al progetto scenografico di Margherita Palli con Matilde Casadei, la mostra è stata allestita nel foyer del Teatro Comunale “Luca Ronconi” di Gubbio, dal 15 ottobre 2023 al 30 aprile 2024.
Proprio a Gubbio, nel teatro che oggi porta il suo nome, hanno debuttato le sue memorabili regie di La serva amorosa (1986) e Le tre sorelle (1989), due spettacoli che hanno dato all’AUDAC, che li aveva prodotti, l’autorevolezza che ha portato alla creazione del Teatro Stabile dell’Umbria. Senza dimenticare che anche Orlando Furioso, che ha dato al regista fama internazionale, aveva debuttato in Umbria, al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1969.
Soprattutto, nel territorio del Comune di Gubbio, Luca Ronconi ha trovato la sua casa, nel rustico sulla collina acquistato nel 1972 e magistralmente reinventato da Gae Aulenti nel 1978. Poco distante, sul fondo di una valletta isolata, in un ampio edificio agricolo risistemato da Matteo Ferroni, nel 2002 Ronconi ha fondato con Roberta Carlotto la sua ennesima utopia teatrale, il Centro Teatrale Santacristina, “un luogo dove progettare, studiare e anche produrre, senza seguire le regole dei teatri, dove è possibile lavorare con modalità e tempi che altrove sarebbe impossibile mettere in pratica” (Roberta Carlotto).
In quegli spazi, grazie alla collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, il Festival di Spoleto, ERT- Fondazione Emilia-Romagna Teatro, LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro di Roma, Rai 5, Fabulamundi Playwriting Europe e l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico sono nati diversi spettacoli memorabili: prima lavorando con gli allievi, anche su testi non teatrali e apparentemente eccentrici, poi iniziando a provare e verificando la tenuta del materiale alla prova del palcoscenico. Insomma, uno spazio di libertà dove era concesso il lusso di non sottostare alle rigide regole della produzione teatrale.
Cuore di questo piccolo e innovativo ”sistema teatrale” è la Scuola d’Estate, che ha trovato sede nelle sale e nella foresteria del Centro. Dal 2004 al 2022, questo corso di perfezionamento (ma anche scuola di alta formazione) per attori, al quale Jacopo Quadri ha dedicato un affettuoso e illuminante documentario, ha raccolto ogni estate un gruppo di neodiplomate e neodiplomati delle più prestigiose scuole di teatro italiane (integrato con altri giovani attori e attrici). Quello spaziotempo immerso nella campagna umbra, lontano dai ritmi della società moderna, consentiva e quasi imponeva la massima concentrazione sul lavoro. Lo stesso Ronconi, di volta in volta affiancato da un team di prestigiosi docenti, guidava allieve e allievi passo dopo passo, fuori da ogni metodo, fino “a livelli di attenzione davvero rari e difficili da ottenere” (Emanuele Trevi). In quelle intense settimane si provava, si dormiva, si mangiava e si studiava tutti assieme: così attori e attrici potevano mettere alla prova il loro talento, avviandosi al mondo del lavoro con nuovi strumenti e una maggiore consapevolezza.
Raccontare il rapporto tra Luca Ronconi e Gubbio significa dunque illuminare un luogo del cuore, ma anche lo spazio di libertà in cui un Maestro del teatro contemporaneo ha saputo coniugare la vena creativa e la vocazione pedagogica, la tensione sperimentale e la trasmissione di un profondo sapere teatrale ai più giovani, sulla base di un’etica artistica rigorosa ed esigente, e dunque straordinariamente feconda.
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